In caso di emergenza by E. G. Scott

In caso di emergenza by E. G. Scott

autore:E. G. Scott [Scott, E. G.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SEM
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


33

Charlotte

L’unica cosa che riesce a farmi scendere dal letto è una chiamata convulsa di Lucy; sono sorpresa che mi chiami dopo che l’ho abbandonata. O è masochista oppure sta soffrendo molto e io sono l’unica agopuntrice in città che può riceverla con un preavviso così breve. Ha male al collo e alle spalle e dice di non essere riuscita a chiudere occhio, così le do appuntamento allo studio alle quattro e mezza.

Cerco di fare tutto quello che è necessario per farmi la doccia e prepararmi, ma mi pare di muovermi nella neve fresca. L’accoppiata postumi della sbronza/cuore infranto è devastante. Apro l’acqua ed entro nella doccia, ma sono così distratta che mi accorgo di avere ancora addosso i calzini solo quando sono bagnati fradici. Sono troppo abbattuta per togliermeli, così mi verso nella mano il balsamo e lo distribuisco sui capelli, senza essermi prima fatta lo shampoo, come se assecondassi una routine di lavaggio con il pilota automatico. Visto che il mio cervello è troppo occupato a gestire lo stato di crisi nel quale mi trovo ed è chiaro che non sono in grado di prendermi cura del mio aspetto, decido di non radermi né ascelle né gambe.

Mentre mi vesto penso al periodo passato al Bellevue. È stata l’ultima volta che mi sono sentita così alienata. E avevo 10 millilitri di Temazepam in circolo. Ho relegato il ricordo del ricovero nel reparto psichiatrico più famoso del paese nei recessi della mia amigdala, ma quello che è successo in quest’ultima settimana ha fatto aprire quella cazzo di cassetta di sicurezza della memoria.

Era stata una brillante idea di Henry farmi rinchiudere contro la mia volontà e mia madre si era dimostrata incredibilmente disponibile a firmare le carte che assecondavano solo l’interesse personale di lui. Nell’inchiesta condotta dal consiglio d’amministrazione dell’ospedale sulla morte di Michelle Harmon, mi ero dichiarata contraria a sostenere ufficialmente che si era trattato di un incidente. Henry riteneva che le mie “emozioni intralciavano il mio buon senso”, ma in realtà era la mia coscienza a ostacolare il suo tentativo di togliersi dai guai, negando di avere avuto una responsabilità in quella disastrosa operazione chirurgica.

Mi sfilo i calzini bagnati prima di uscire dalla doccia e li appendo al bastone della tenda, da dove sgocciolano rivoli d’acqua sulla porcellana. Mi guardo allo specchio e mi metto la crema idratante, poi pettino i capelli che sono mosci per il troppo balsamo. Quella mattina in cui Henry venne a prendermi nel mio appartamento, il giorno in cui tutto cambiò, ebbi un fragoroso lampo di consapevolezza. Dovevamo andare all’incontro finale con il consiglio di amministrazione dell’ospedale dove avremmo dovuto discutere “l’ottica” dell’indagine, ma nel momento stesso in cui aveva superato l’ospedale e si era infilato nell’ingresso del pronto soccorso, avevo capito tutto. E quella certezza si era rinforzata quando avevo visto mia madre al banco dell’accettazione, con la valigia che usavo per andare al campeggio estivo da ragazzina.

E anche il giorno in cui stava per far ricoverare sua figlia, si illuminò quando mi vide a braccetto del bel dottore.



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